sabato 30 maggio 2009

IL BOLERO DI RAVEL E' FRUTTO DI MALATTIA?



Maurice Ravel soffrì di una misteriosa demenza progressiva dall’età di 52 anni (1927). Gradualmente, perse la capacità di parlare, scrivere e suonare il piano. Compose la sua ultima opera nel 1932, suonò per l’ultima volta in pubblico nel 1933 e morì 4 anni dopo. Alcuni neurologi hanno cercato di ricostruire la sua malattia e molti hanno suggerito potesse trattarsi di malattia di Alzheimer.

Quando si trattava di comporre: "la musica" - egli affermava - "mi vortica nella mente, ma non sono più capace di fermarla su carta"; non era più in grado di solfeggiare, se non con grandi sforzi. Per un creativo il concepire è nulla, esprimere è tutto. Gli risultò impossibile suonare il piano leggendo una partitura: sbagliava spesso, e addirittura senza accorgersene: gli si doveva spostare le mani sugli accordi giusti. Diversamente, eseguiva benissimo a memoria, in specie le sue musiche. Nel 1937 non riusciva quasi più a parlare ed era assistito da infermiere. 
Possiamo affermare che Ravel fu colpito da quella che i medici chiamano afasia di Wernicke. 
A partire dal 1933 Ravel venne assistito dal celebre neurologo Alajouanine; questi pensava che Ravel soffrisse di una malattia degenerativa della corteccia cerebrale, ma Ida Rubinstein credette all´ipotesi di un tumore: Clovis Vincent operò Ravel al cervello nel ´37, confermando un´atrofia corticale avanzata, ma escludendo il tumore. Il compositore non sopravvisseall´intervento.

In un recente articolo pubblicato su European Journal of Neurology, un gruppo di ricercatori ha sostenuto la tesi di una possibile influenza di un disturbo cerebrale sulle ultime composizioni, tra cui il celeberrimo Bolero, del compositore francese Maurice Ravel.

Francois Boller, uno degli autori dell’articolo pubblicato su European Jounal of Neurology, sostiene che i sintomi fossero iniziati troppo precocemente e che la memoria, l’autoconsapevolezza, i comportamenti sociali fossero troppo preservati per pensare che tale diagnosi possa essere corretta. La tesi di Boller è che probabilmente Ravel soffriva di due condizioni patologiche, una progressiva afasia, che coinvolge i centri del linguaggio, e una degenerazione corticobasale, che impedisce il controllo dei movimenti. Scrive Boller: “Ravel non perse la capacità di comporre musica, perse la capacità di esprimerla”. Le funzioni deficitarie del compositore, soprattutto il linguaggio, sono quelle che coinvolgono principalmente l’emisfero sinistro. Le abilità musicali come la melodia, l’armonia, il ritmo, coinvolgono aree differenti del cervello.

Boller e colleghi sostengono che due delle ultime composizioni del musicista, tra cui il Bolero, mostrino gli effetti del danno all’emisfero sinistro. Il Bolero, lontano dall’essere una composizione di una persona demente, presenta una notevole complessità ritmica, caratteristica che sembra richiedere abilità a carico dell’emisfero destro. Tuttavia, contiene solo due temi, manca, cioè, di quella complessità di melodia che contraddistingue le precedenti opere del compositore. Un cambiamento così evidente nella produzione del compositore potrebbe essere dovuto ad un deficit esclusivo di alcune funzioni rilevanti per le abilità musicali.

References

Amaducci, L., Grassi, E. & Boller, F. Maurice Ravel and right-hemisphere musical creativity: influence of disease on his last musical works?. European Journal of Neurology, 9, 75 - 82, (2002).

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